Gocce di Memoria
Birkenau Auschwitz Dicembre 2009
La Polonia per me, e' ormai come una seconda casa, essendo mia moglie Polacca, ho modo di recarmici almeno due volte l'anno. Sono stato ad Auschwitz la prima volta nel 1999, e ho avuto modo di visitarlo svariate volte, ogni volta mi chiedo come sia possibile che la ferocia dell'uomo sia arrivata a tanto; e come ai noi, l'uomo utilizzi ancora la guerra come mezzo per risolvere alcuni problemi.
Pubblico una serie di immagini a cui ho voluto abbinare, poesie o citazioni di libri inerenti questo argomento, credo sia utile e necessario non dimenticare a pochi giorni dalla commemorazione della liberazione del campo di concentramento avvenuto il 27 Gennaio 1945.
Nota:
Ovviamente il progetto e' apolitico.
Soffermatevi a riflettete, immedesimatevi e pensate se questo atroce destino fosse toccato a noi ed ai nostri familiari..........
Birkenau Auschwitz Dicembre 2009
La Polonia per me, e' ormai come una seconda casa, essendo mia moglie Polacca, ho modo di recarmici almeno due volte l'anno. Sono stato ad Auschwitz la prima volta nel 1999, e ho avuto modo di visitarlo svariate volte, ogni volta mi chiedo come sia possibile che la ferocia dell'uomo sia arrivata a tanto; e come ai noi, l'uomo utilizzi ancora la guerra come mezzo per risolvere alcuni problemi.
Pubblico una serie di immagini a cui ho voluto abbinare, poesie o citazioni di libri inerenti questo argomento, credo sia utile e necessario non dimenticare a pochi giorni dalla commemorazione della liberazione del campo di concentramento avvenuto il 27 Gennaio 1945.
Nota:
Ovviamente il progetto e' apolitico.
Soffermatevi a riflettete, immedesimatevi e pensate se questo atroce destino fosse toccato a noi ed ai nostri familiari..........
Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo e' un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un si o per un no.
Considerate se questa e' una donna, senza capelli e senza nome, senza piu' forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d'inverno.
Meditate che questo e' stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
Considerate se questo e' un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un si o per un no.
Considerate se questa e' una donna, senza capelli e senza nome, senza piu' forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d'inverno.
Meditate che questo e' stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
“In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo. Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilirlo allora ne’ dopo: la notte li inghiotti, puramente e semplicemente..... Del nostro convoglio non entrarono nel campo che novantasei uomini e ventinove donne, e che tutti gli altri, in numero di piu' di cinquecento, non uno era vivo due giorni piu' tardi......
Scomparvero così, in un istante a tradimento, le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po’ di tempo come una massa oscura all’altra estremita' della banchina, poi non vedemmo piu' nulla.” (Tratto da Se Questo e' un uomo P. Levi.)
Scomparvero così, in un istante a tradimento, le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po’ di tempo come una massa oscura all’altra estremita' della banchina, poi non vedemmo piu' nulla.” (Tratto da Se Questo e' un uomo P. Levi.)
Un treno arriva, e' carico di bimbi, felici che il viaggio interminabile sia finito. E cantano gioiosi giocando nella neve. Sorridendo gli aguzzini li accarezzano, li portano alle docce. Son mille; bimbi ignari, voci bianche, celestiali. In tre ore mille bimbi sono morti. Ricci d'oro in mezzo al fango e nell'aria, i suoni delle risa, i sorrisi dentro al fumo. La morte, sparpagliata a piene mani sopra i corpi martoriati. Sulle teste dei bambini che cantavano. L'uomo, e il pozzo piu' profondo in cui e' caduto. La neve, cade lieve sull'eccidio e non lo copre.
(Liberamente tratto da un racconto di un sopravvissuto.)
(Liberamente tratto da un racconto di un sopravvissuto.)
“..Ho imparato che io sono un Haftling. Il mio nome e' 174.517; siamo stati battezzati, porteremo finche vivremo il marchio tatuato sul braccio sinistro.”
Se questo e' un uomo Primo Levi
Se questo e' un uomo Primo Levi
“ Fili elettrici, alti e doppi, non ti lasceranno mai piu' vedere tua figlia, Mamma.Non credere alle mie lettere censurate, ben diversa e' la verita'; ma non piangere Mamma.
E se vuoi seguire le tracce di tua figlia non chiedere a nessuno, non bussare a nessuna porta: cerca le ceneri nei campi di Auschwitz, le troverai lì. Ma non piangere mamma - qui c’e' gia' troppa amarezza.
E se vuoi scoprire le tracce di tua figlia cerca le ceneri nei campi di Birkenau: saranno lì - Cerca, cerca le ceneri nei campi di Auschwitz, nei boschi di Birkenau.
Cerca le ceneri Mamma - io saro' li ! (Monika Dombke, Birkenau, 1943)
E se vuoi seguire le tracce di tua figlia non chiedere a nessuno, non bussare a nessuna porta: cerca le ceneri nei campi di Auschwitz, le troverai lì. Ma non piangere mamma - qui c’e' gia' troppa amarezza.
E se vuoi scoprire le tracce di tua figlia cerca le ceneri nei campi di Birkenau: saranno lì - Cerca, cerca le ceneri nei campi di Auschwitz, nei boschi di Birkenau.
Cerca le ceneri Mamma - io saro' li ! (Monika Dombke, Birkenau, 1943)
Sognavamo nelle notti feroci Sogni densi e violenti Sognati con anima e corpo: Tornare; mangiare; raccontare.
Finche suonava breve sommesso il comando dell’alba: “Wstawac’ ”; E si spezzava in petto il cuore.
(Primo Levi Se Questo e' un Uomo.)
Finche suonava breve sommesso il comando dell’alba: “Wstawac’ ”; E si spezzava in petto il cuore.
(Primo Levi Se Questo e' un Uomo.)
“...Fuori e' gia' buio. In lontananza il balenio di una lampada getta una luce fioca. L’unica luce forte e' quella di un riflettore che pende sopra un cancello visibile da lontano. Ci trasciniamo per un terreno pantanoso, argilloso, pieni di terrore e allo stremo delle forze.... Stiamo per arrivare alle nostre nuove tombe, cosi chiamiamo le nostre nuove case.”
(Appunti di Zalmen Gradowski detenuto del campo, ritrovati dopo la guerra nel campo.)
(Appunti di Zalmen Gradowski detenuto del campo, ritrovati dopo la guerra nel campo.)
...le condizioni a Birkenau erano ancora piu' insopportabili che ad Auschwitz. Ad ogni passo si sprofondava in un pantano, non vi era quasi acqua per lavarsi. I prigionieri dormivano su brande di legno a tre piani, fino a sei per ogni branda e senza pagliericci. Quando di giorno pioveva, i detenuti di notte dovevano coricarsi sulle brande con i vestiti bagnati. Niente di strano che ogni giorno ne morissero centinaia”
Memorie di un SS.
Memorie di un SS.
“Mai dimentichero' quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimentichero' quel fumo.
Mai dimentichero' i piccoli volti di cui avevo visto i corpi trasformasi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimentichero' quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimentichero' quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternita' il desiderio di vivere.
Mai dimentichero' quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimentichero' tutto cio', anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”
(Elie Wiesel rinchiuso ad Auschwitz all’eta' di 15 anni.)
Mai dimentichero' quel fumo.
Mai dimentichero' i piccoli volti di cui avevo visto i corpi trasformasi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimentichero' quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimentichero' quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternita' il desiderio di vivere.
Mai dimentichero' quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimentichero' tutto cio', anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”
(Elie Wiesel rinchiuso ad Auschwitz all’eta' di 15 anni.)
© Mario Frassine
tutte le immagini di questo sito sono di proprieta' dell'autore
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